La ritardata diagnosi è una delle forme più frequenti e gravi di malasanità, che può causare seri danni alla salute dei pazienti e compromettere le loro possibilità di guarigione. Si parla di ritardata diagnosi quando un medico o una struttura sanitaria non riescono a individuare in tempo utile la presenza di una patologia o di una complicanza, oppure quando commettono errori di interpretazione dei sintomi o degli esami clinici. In questi casi, il paziente ha il diritto di chiedere un risarcimento, che consiste in una somma di denaro che ha lo scopo di riparare il pregiudizio subito.

Quali sono le cause di una ritardata diagnosi?

Una ritardata diagnosi può dipendere da diversi fattori, tra cui:

  • Errori di interpretazione dei sintomi: il medico potrebbe non riconoscere i segnali iniziali di una patologia o confonderli con quelli di un’altra, trascurando di approfondire le indagini diagnostiche o prescrivendo terapie inappropriate.
  • Errori di esecuzione o di lettura degli esami: il medico potrebbe non eseguire correttamente gli esami necessari a confermare o escludere una diagnosi, oppure potrebbe non interpretare correttamente i risultati, trascurando anomalie o falsi negativi.
  • Errori organizzativi o di comunicazione: il medico potrebbe non ricevere in tempo i referti degli esami, oppure potrebbe non comunicare al paziente o ad altri colleghi i risultati o le indicazioni terapeutiche, causando ritardi nell’avvio o nel proseguimento delle cure.

Quali sono i danni da ritardata diagnosi?

Una ritardata diagnosi può causare diversi tipi di danni al paziente, tra cui:

  • Danno biologico: è il danno alla salute fisica del paziente, che può consistere in un aggravamento della patologia, una perdita di chance di guarigione, una riduzione della qualità o della durata della vita, una invalidità permanente o una morte.
  • Danno morale: è il danno alla sfera psicologica del paziente, che può consistere in una sofferenza, una angoscia, una depressione, una perdita di autostima, una alterazione delle relazioni sociali o familiari.
  • Danno esistenziale: è il danno alla sfera personale del paziente, che può consistere in una limitazione o una impossibilità di svolgere le attività che prima costituivano il senso della sua vita, come il lavoro, lo studio, il tempo libero, gli hobby, gli affetti.
  • Danno patrimoniale: è il danno alla sfera economica del paziente, che può consistere in una perdita di reddito, una spesa sanitaria, una spesa assistenziale, una spesa per adeguamenti abitativi o strumentali.

Come richiedere il risarcimento per ritardata diagnosi?

Per ottenere il risarcimento per ritardata diagnosi, il paziente danneggiato deve seguire una procedura che prevede alcuni passaggi fondamentali:

  • Munirsi di un parere medico-legale e specialistico che attesti il danno subito e il nesso causale tra il danno e l’errore medico. Il parere può essere richiesto a un medico di fiducia o a un consulente tecnico di parte.
  • Rivolgersi a un esperto in materia di responsabilità medica, che possa assistere il paziente nella valutazione del caso e nella formulazione della richiesta di risarcimento.
  • Inviare una richiesta di risarcimento alla struttura sanitaria o al medico responsabile dell’errore, allegando il parere medico-legale e la documentazione medica relativa al caso.
  • Tentare una conciliazione stragiudiziale con la controparte, che può avvenire in modo diretto o tramite un organismo di mediazione.
  • Se la conciliazione non ha esito positivo, il paziente può avviare un’azione giudiziaria contro la struttura sanitaria o il medico, presentando una domanda di citazione al tribunale competente. Il giudice nominerà un consulente tecnico d’ufficio, che dovrà esaminare il caso e redigere una relazione. Il giudice valuterà la relazione del ctu e le eventuali controdeduzioni delle parti, e pronuncerà la sua sentenza, che potrà accogliere o respingere la domanda di risarcimento.

La procedura per ottenere il risarcimento richiede un approfondita conoscenza della materia, per questa ragione è necessario affidarsi ad un professionista del risarcimento.

Quali sono i tempi e i costi per il risarcimento per ritardata diagnosi?

Il risarcimento per ritardata diagnosi non è sempre facile e veloce da ottenere, in quanto dipende da diversi fattori, tra cui la complessità del caso, la disponibilità della controparte a transigere, e la durata del processo. In generale, si può stimare che il tempo medio per ottenere il risarcimento sia di circa 1-2 anni in via stragiudiziale, ma in alcuni casi, in via giudiziale può arrivare anche a 10 anni o più.

I costi per il risarcimento in via giudiziale per ritardata diagnosi sono principalmente legati alle spese legali e alle spese peritali. Le spese legali comprendono il compenso dell’avvocato, che può essere una percentuale sul risarcimento ottenuto o una somma fissa, e le spese di giustizia, che sono le tasse e i contributi da versare al tribunale. Le spese peritali comprendono il compenso del consulente tecnico di parte, che è il medico che redige il parere medico-legale, e il compenso del consulente tecnico d’ufficio, che è il medico nominato dal giudice per esaminare il caso. Le spese peritali possono variare da qualche migliaio a decine di migliaia di euro, a seconda della complessità del caso e del numero di consulenze richieste.

Per evitare questo ammontare di spese e il rischio di non riuscita della richiesta di risarcimento ci sono però valide alternative stragiudiziali. Esistono infatti degli “esperti del risarcimento” che prendono il nome di patrocinatori stragiudiziali. Questi professionisti si occupano di mediare con la compagnia assicurativa del medico e di ottenere il massimo risarcimento possibile garantendo una procedura priva di rischi per il cliente, si assumono infatti il rischio di non riuscita della procedura, anticipano le spese mediche e di perizia e gestiscono il caso fino all’ottenimento del risarcimento.